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https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/35770
Title: | Le tecniche narrative nel romanzo ‘La coscienza di Zeno’ di Italo Svevo |
Authors: | Johnson, Nathlin |
Keywords: | Svevo, Italo, 1861-1928. Coscienza di Zeno -- Criticism and interpretation Monologue Narration (Rhetoric) Svevo, Italo, 1861-1928 -- Technique |
Issue Date: | 2018 |
Citation: | Johnson, N. (2018), Le tecniche narrative nel romanzo ‘La coscienza di Zeno’ di Italo Svevo (Bachelor's dissertation). |
Abstract: | La funzione del romanzo sveviano si trasforma da una estetica e sociale, a una conoscitiva e critica. L'intellettuale, identificato ormai con l'inetto, il diverso, il malato, il nevrotico, ricorre alla letteratura, dove si allontana dall'attività economica e dai modelli sociali dominanti, per recuperare la misura della sua esistenza (mediante l'autoanalisi) e dei rapporti sociali. È una conoscenza frammentaria e disorganica della realtà, ma lo scrittore, con un tendenza all'ironia, prende le distanze dal mondo dei sani, recuperando una sua parziale autonomia, e così può esercitare la tolleranza verso di sé e gli altri. Mettendo in luce la società contemporanea attraverso i meccanismi del grottesco, Svevo batte la strada del problematicismo, esamina con analisi inesorabile la psicologia dell'uomo e conclude con un sorriso ironico. Conosce inoltre la psicanalisi ed è molto moderno nell'impiego delle tecniche letterarie, elaborando una sua forma di monologo interiore, che non è il "flusso di coscienza" tipico di James Joyce e Virginia Woolf, ma fa procedere l’ordine memoriale e riflessivo per libere associazioni. Inoltre, in Svevo il personaggio «inetto» è più aperto alla tolleranza verso gli altri e verso se stesso mediante il processo di autocoscienza autogiustificatoria e l'ironia. Sullo strato sociale, poi, sfruttando il gioco imprevedibile degli eventi, può giungere al successo (è proprio il caso di Zeno alla fine). Svevo è dunque l'unico narratore italiano che abbia effettivamente interpretato la grande crisi europea del primo Novecento. Viene descritto il problema dell'uomo che non può appartenersi nella società in cui vive, o almeno non può farlo restando o diventando autentico. L'uomo, portato ad esaminare la propria funzione sociale, è distrutto dalla sua analisi, dalla propria inquietudine problematica che non è più individuale ma condivive questa malattia universale. |
Description: | B.A.(HONS)ITALIAN |
URI: | https://www.um.edu.mt/library/oar//handle/123456789/35770 |
Appears in Collections: | Dissertations - FacArt - 2018 Dissertations - FacArtIta - 2018 |
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