Tra documentazione e navigazione in Emilio Salgari : "Le novelle marinaresche di Mastro Catrame" (1894) e l’influenza di Coleridge, Poe e Conan Doyle

Abstract

La formazione letteraria dello scrittore Emilio Salgari, insieme agli eventi che si sono susseguiti nella sua esistenza, com’è già dimostrato da vari studiosi fanno emergere l’importanza e anzi la necessità della documentazione di carattere enciclopedico nella sua produzione. Mettendo sotto la lente d’ingrandimento l’aspetto specifico della navigazione, in questa tesi si esplorano alcune fonti ispirative del «Capitano» (provenienti dalla narrativa angloamericana), dopo aver ripercorso alcune tappe fondamentali della sua vita. Il romanziere, rapidamente battezzato come il Verne italiano, è tuttora confrontato dalla critica con altri autori stranieri come Stevenson e Montgomery Bird. Alla luce di tali accostamenti si è cercato di analizzare un preciso volume del veronese, Le novelle marinaresche di Mastro Catrame (1894), ricostruendo le possibili influenze da parte di The Rime of the Ancient Mariner (1798) di Coleridge, e di alcuni racconti di Poe e Conan Doyle. Nelle Novelle marinaresche, oltre a una miniera di riferimenti storici e geografici, improbabili senza un fitto lavoro di documentazione, si riscontrano numerosi richiami al mondo della superstizione, con usanze e leggende del mare. Scavando alla ricerca di alcuni tratti analogici (talvolta evidenti, talvolta presumibili in base al contesto), si evince che l’autore nutriva indubbiamente ammirazione verso gli scrittori considerati, che sono così entrati a far parte di quell’immenso universo immaginario da cui scaturisce la produzione salgariana.