Vigilanza governativa e controllo giudiziario sulle società cooperative

Abstract

L'introduzione del controllo giudiziario sulle società cooperative. - La legge delega per la riforma del diritto societario dispone, all'art. 5, 2° comma, lett. g), che la nuova disciplina deve « prevedere anche per le cooperative il controllo giudiziario disciplinato dall'art. 2409 c.c.». Sebbene il criterio si riferisca all'apparenza alle sole cooperative non costituzionalmente riconosciute, se n'è postulata l'estensione a tutte le società cooperative al fine di evitare « l'incongruo effetto di imporre un controllo maggiore su chi dovrebbe invece essere vigilato in misura minore ». La previsione della legge delega accoglie le suggestioni esercitate da una parte, invero minoritaria, della dottrina, che anche in passato ha affermato l'applicazione dell'art. 2409 c.c. sulla scorta di una distinzione tra interesse dei soci, tutelabile in via diretta dall'autorità giudiziaria, e interesse pubblico ad una corretta amministrazione, tutelato dall'autorità di vigilanza; ovvero ha auspicato l'estensione di tale rimedio alle società cooperative a seguito della previsione dei soci sovventori e delle azioni di partecipazione cooperativa per opera della I. 31 gennaio 1992, n. 59, in considerazione dell'esigenza di tutelare gli investitori nella prospettiva dell'accesso alla negoziazione delle azioni nei mercati regolamentati . [Estratto]