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https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/129256
Title: | Parole di congedo e benedizione dette dal Can. Ambrogio Ambrosoli nel chiudere la sua predicazione quaresimale a S. Felicita in Firenze |
Authors: | Ambrosoli, Ambrogio |
Keywords: | Lent -- Italy Lenten sermons -- Italy Benediction -- Catholic Church |
Issue Date: | 1847 |
Publisher: | Tipografia Piatti |
Citation: | Ambrosoli, A. (1847). Parole di congedo e benedizione dette dal Can. Ambrogio Ambrosoli nel chiudere la sua predicazione quaresimale a S. Felicita in Firenze. Melitensia Miscellanea Collection (Melit-Misc. vol. 76.3). University of Malta Library, Melitensia Special Collections. |
Abstract: | ... E con , questo augurio soave, sia fine, o miei cari, all' evangelico mio mandato. Venuto ora il momento dell'abbandono e del saluto, che sarà forse l'ultimo , nella piena degli affetti che mi si affollano alle labbra , io penso, o miei cari, che il silenzio ed una lagrima vi direbbero meglio il mio cuore che noi potriano interpretare le mie parole. Ogni parola mi par fiacca ed impotente a dirvi l'amore, l'amor santo con cui io vorrei imprimere un ultimo bacio sulle vostre fronti. Se dalle rive dell'Olona veniva a voi curvo sotto il peso di un grave pensiero un oscuro e tremante sacerdote , ora parte da voi un fratello, un' amico. E a quel senso soave di amicizia più e meglio che l'umano intendersi di umana e fugace simpatia , più che il fortuito incontro di consimili inclinazioni, è fomento e nodo una soave consuetudine di cristiano consorzio , una fraternità di cuori e di virtù, bella delle nostre lagrime, che più volte in questi giorni ho vedute mescersi insieme , bella di qualche coraggioso ravvedimento venuto a cercare al mio povero cuore rifugio ed ajuto, bella della speranza di stringerci un giorno la mano ai piedi di Gesù nostro Giudice. Ma , oh Dio, ecco appunto il pensiero che in questo istante mi cruccia e mi spaventa! Non è, miei cari , ch' io m'abbia a dolermi di voi cortesi e benevoli che mi foste: che. anzi se uomo più che sacerdote io m'avessi a nudrir di umane più che di divine ragioni, io dovrei esultare e meco medesimo piacermi della mia venuta... [Excerpt] |
URI: | https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/129256 |
Appears in Collections: | Miscellania : volume 076 - A&SCMisc |
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Parole_di_congedo_e_benedizione_dette_dal_Can_Ambrogio_Ambrosoli_nel_chiudere_la_sua_predicazione_quaresimale_a S_Felicita_in_Firenze_1847.pdf | 3.23 MB | Adobe PDF | View/Open |
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