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Title: Per un vocabolario del siciliano antico : l’apporto dei documenti di Malta (1350-1550)
Other Titles: Per i linguisti del nuovo millennio : scritti in onore di Giovanni Ruffino
Authors: Brincat, Joseph M. (Giuseppe)
Keywords: Sicilian language
Linguistics
Italian language -- Italy -- Sicily
Language and culture -- Malta -- History
Maltese language -- Foreign elements -- Italian
Issue Date: 2011
Publisher: Sellerio
Citation: Brincat, G. (2011). Per un vocabolario del siciliano antico: l’apporto dei documenti di Malta (1350-1550). In Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia (Ed.), Per i linguisti del nuovo millennio: scritti in onore di Giovanni Ruffino (pp. 304-311). Palermo: Sellerio.
Abstract: Con la liberazione di Malta dal dominio musulmano, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi introdussero il latino e il siciliano cancelleresco come acroletti ma non effettuarono una politica linguistica tesa alla sostituzione dell’arabo con un volgare neolatino. Di conseguenza la popolazione conservò come lingua parlata il dialetto arabo che fu introdotto nel secolo XI. In quello che viene spesso chiamato il periodo siciliano si effettuò, come in Sicilia, la rapida diffusione del cristianesimo a tutta la popolazione e iniziò la lenta latinizzazione della lingua parlata. Nel 1198 l’imperatrice Costanza si rivolse a universus populus totius insule Malte et Gaudisii tam Christiani quam Saraceni con un documento in due versioni, una latina e una araba, il che dimostra che verso la fine del XII secolo erano ancora acroletti entrambe le lingue. Col tempo, però, specialmente dopo la deportazione dei musulmani decisa da Federico II nel 1246, si spense l’uso dell’arabo come lingua scritta (Brincat 2004: 79-91). Da quel momento in poi a Malta il latino si affermò come lingua dell’amministrazione e della cultura e il siciliano lo affiance in una posizione meno formale e d’uso più frequente, sicché i documenti scritti a Malta dal Trecento al primo Cinquecento sono in latino o in siciliano o in entrambe le lingue. Spesso le parti formali, come l’introduzione e la conclusione, venivano scritte in latino, secondo l’uso tradizionale, ma poi nei paragrafi dove si parlava di cose pratiche si adoperava il volgare di Sicilia. L’uso scritto del siciliano scomparve da Malta verso la metà del Cinquecento, quando i Cavalieri di San Giovanni introdussero il volgare toscano che proprio in quel periodo si stava diffondendo in Italia.
URI: https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/55373
ISBN: 9788838925740
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