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dc.date.accessioned2015-12-15T08:56:52Z
dc.date.available2015-12-15T08:56:52Z
dc.date.issued2015
dc.identifier.urihttps://www.um.edu.mt/library/oar//handle/123456789/6988
dc.descriptionPH.D.ITALIANen_GB
dc.description.abstractQuesto studio, il cui obiettivo è di stimolare l’interesse nei confronti dell’infanzia nella letteratura, una fascia d’età ancora relativamente poco esplorata, è il risultato di un percorso di ricerca che si articola sul tema della rappresentazione dell’infanzia nella narrativa del secondo Ottocento. Negli ultimi anni, un po’ in tutto il mondo, si è verificato un rinnovato interesse per le dinamiche dell’infanzia intrecciate a quelle dell’identità nazionale durante il secondo Ottocento quando l’attenzione si focalizzò sul futuro cittadino del paese unito. Sono state oggetto di analisi numerose opere considerate fondamentali, ma soprattutto quelle poco conosciute come Il figlio cambiato, Il trapezio, opere dense di tracce importanti che rilevano presenze e assenze dell’infanzia nella cultura, nella politica, nelle leggi, ma soprattutto nella letteratura italiana. Sono interessanti i brani letterari che fanno dei rimandi agli aspetti artistici, sociali e legali coevi. La tesi mira a esaminare il bambino come personaggio letterario, seguendo le tracce delle teorie sociologiche, psicologiche e psicanalitiche elaborate da Ariès, Montessori, Cunningham, Della Peruta, Freud, Jung, Badinter, Pollock, Becchi, James e altri ancora. Si prefigge soprattutto di analizzare questa figura nella letteratura ottocentesca in chiave critica seguendo ricercatori come per esempio Luperini, Ceserani, De Nunzio Schilardi, Bacchetti, Richter e Trisciuzzi. Per quanto la presenza del bambino nel tessuto sociale fosse frequentemente celata o taciuta, gli scrittori si fecero paladini di questa fascia d’età per dar voce a un’infanzia la cui parola veniva spesso soppressa dal sistema educativo e sociale. I testi analizzati non vogliono semplicemente dare informazioni su fatti e personaggi ma vorrebbero stimolare nel lettore moderno la capacità di leggere più a fondo nelle opere studiate. Ogni parola dei testi, anche quella apparentemente insignificante, diventa un prezioso documento, capace di rivelare al lettore contemporaneo un ritratto intimo e autentico dell’infanzia italiana postunitaria. Ne emerge un’immagine del bambino nelle sue varie sfaccettature: figlio, studente, lavoratore e creatura amata; individuo trascurato, abbandonato e sfruttato, indipendente e ribelle. Si tratta di una presenza che esercita un eterno fascino sull’autore, sul critico e sullo studioso nel suo tentativo di comprendere questa figura nella sua affascinante complessità.en_GB
dc.language.isoiten_GB
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccessen_GB
dc.subjectChildren in literatureen_GB
dc.subjectItalian literature -- 19th centuryen_GB
dc.subjectPsychoanalysis in literatureen_GB
dc.titleLa rappresentazione dell’infanzia nella narrativa italiana del secondo ottocentoen_GB
dc.typedoctoralThesisen_GB
dc.rights.holderThe copyright of this work belongs to the author(s)/publisher. The rights of this work are as defined by the appropriate Copyright Legislation or as modified by any successive legislation. Users may access this work and can make use of the information contained in accordance with the Copyright Legislation provided that the author must be properly acknowledged. Further distribution or reproduction in any format is prohibited without the prior permission of the copyright holder.en_GB
dc.publisher.institutionUniversity of Maltaen_GB
dc.publisher.departmentFaculty of Arts. Department of Italianen_GB
dc.description.reviewedN/Aen_GB
dc.contributor.creatorBorg Farrugia, Christine
Appears in Collections:Dissertations - FacArtIta - 2015

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