La gestione interdisciplinare della patologia degenerativa articolare nel paziente con diabete di tipo 2 : prospettiva ortopedica

Abstract

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 erano 422 milioni le persone affette da diabete. Un dato destinato a crescere progressivamente nel tempo, come riporta una proiezione epidemiologica, fino ad un valore di 592 milioni di persone nel 2035. Il diabete, un dismetabolismo cronico caratterizzato da iperglicemia, risultato di deficit insulinico, insulino-resistenza o entrambi, può essere suddiviso in due categorie principali. La forma più comune, quella di tipo 2, caratterizzata da insulino-resistenza comprende circa il 90- 95% dei pazienti diabetici, mentre il tipo 1 che si presenta in gioventù è determinato dalla distruzione autoimmune delle cellule beta pancreatiche. La letteratura medico-scientifica ha dimostrato nel corso degli anni la forte correlazione tra quadro iperglicemico persistente e incremento della morbilità e della mortalità, spesso associate a complicanze micro e macro vascolari. Per tale motivo, il compito primario, assolto generalmente dal medico di medicina generale, consiste nella formulazione di una diagnosi tempestiva. La continuità assistenziale, in seguito, è garantita dal diabetologo attraverso l’applicazione di un algoritmo terapeutico personalizzato e finalizzato al ripristino, al mantenimento e al controllo glicemico. A completamento, sarà necessario programmare percorsi specialistici e radio-diagnostici specifici allo scopo di prevenire le complicanze e ridurre l’incidenza di mortalità.